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Freeports – in arrivo nel Regno Unito

Nuove opportunità per le aziende d’oltremare

Siete un’azienda non britannica che sta pensando di stabilirsi nel Regno Unito? Questo è il momento perfetto per iniziare. Come parte dei suoi piani post-Brexit per rilanciare l’economia britannica e creare migliaia di posti di lavoro, il governo britannico sta creando almeno 7 nuovi Freeports in tutto il paese – portando ad un numero totale di 10 freeports o forse più.

Cosa sono i Freeport?

I Freeports (zone franche) vengono utilizzati per il movimento internazionale delle merci, per questo motivo, tendono ad essere situati vicino agli aeroporti o ai porti.

Il loro principio è semplice. Quando le merci arrivano da oltreoceano in un Freeport, sono esenti da tariffe – di solito pagate al governo. Queste tariffe diventano dovute solo quando le merci lasciano il porto franco per essere trasferite altrove nel Regno Unito. Al contrario, Non ci sono tasse da pagare, se le merci vengono spedite all’estero.

Quali sono i benefici dei Freeports?

Ora che il Regno Unito ha lasciato l’UE, gode di una maggiore flessibilità nel sostegno che può dare alle aziende. Per esempio, dare agevolazioni fiscali alle aziende Freeport senza bisogno di un accordo preventivo della Commissione europea.

Secondo il governo britannico i Freeport sosterranno la rinascita di alcune delle aree più svantaggiate del paese. I regolamenti possono variare tra le diverse nazioni del Regno Unito, ma nel caso dell’Inghilterra, se l’azienda non britannica sta operando nel Regno Unito, allora i benefici di cui gode operando all’interno delle aree Freeport includeranno:

  • L’opportunità di agevolazioni fiscali temporanee. Tra cui, riduzioni dell’imposta da pagare sulle proprietà esistenti – anche quando si acquistano nuove proprietà.
  • Da aprile 1922 – minori contributi di assicurazione nazionale per i nuovi lavoratori che vengono assunti.
  • Procedure doganali semplificate.
  • Processi di pianificazione semplificati.
  • Un ampio pacchetto di sgravi fiscali, anche per l’acquisto di terreni, la costruzione o la ristrutturazione di edifici, l’investimento in nuovi impianti e macchinari.

Vantaggi per le aree Freeport

L’obiettivo del governo britannico è quello di utilizzare lo sviluppo dei Freeport per trasformare gli storici porti marittimi, aerei e ferroviari attualmente deprivati, in hub nazionali per gli scambi, l’innovazione e il commercio. In questo modo, le comunità nelle aree industriali del Regno Unito saranno ricostituite a beneficio delle singole aree e del Regno Unito nel suo complesso.

Confermando gli obiettivi del governo, il Ministro delle Finanze e del Tesoro, Rishi Sunak, spiega –

“I nostri nuovi Freeport creeranno hub nazionali per il commercio, l’innovazione e lo scambio, migliorando le comunità in tutto il Regno Unito, creando nuovi posti di lavoro e mettendo il turbo alla nostra ripresa economica.

Mentre abbracciamo le nostre nuove opportunità come nazione commerciale indipendente, vogliamo offrire una prosperità duratura al popolo britannico, e i Freeports saranno la chiave per raggiungere questo obiettivo”.

Che tipo di restrizioni si applicheranno ai sussidi governativi?

L’accordo commerciale Brexit tra il Regno Unito e l’UE richiede ancora che i sussidi debbano essere giustificati. Inoltre, il Regno Unito è ancora soggetto alle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMS). Queste stabiliscono che i governi non possono introdurre sussidi legati puramente all’andamento delle esportazioni.

Cosa ci si aspetta dalle aziende nelle aree Freeport?

Ci sono state argomentazioni che, nella creazione di queste aree Freeport, il governo potrebbe incoraggiare opportunità di riciclaggio di denaro illegale. Tuttavia, le autorità hanno sottolineato il loro impegno a garantire che il modello Freeport mantenga gli alti standard di:

  • Sorveglianza
  • Sicurezza
  • Diritti dei lavoratori
  • Protezione dei dati
  • Biosicurezza
  • Ambiente

I Freeports si impegneranno anche a rispettare il Code of Conduct for Clean Free Trade Zones dell’OCSE per zone di libero scambio pulite, e gli obblighi attuali definiti nel UK’s Money Laundering Regulations 2017.

Il governo, inoltre, si impegna a sostenere i suoi principi di concorrenza leale e aperta tra le imprese.

Ad oggi, 18 aree in Inghilterra si stanno candidando per l’opportunità di diventare un Freeport, e si prevede che almeno 7 di queste avranno successo. Il governo britannico spera in un’equa distribuzione dei Freeport in tutto il paese. Non cercheranno semplicemente aree economicamente svantaggiate, ma anche luoghi con un forte potenziale di sviluppo.

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