Trasferire la partita IVA in Inghilterra per un’azienda italiana richiede un’attenta pianificazione fiscale, normativa e operativa. Questo processo implica comprendere come funziona il regime IVA nel Regno Unito, quali sono i costi di costituzione di una società UK e come affrontare le difficoltà, ad esempio per l’apertura di un conto bancario.
La gestione continua non prevede costi standardizzati, che dipendono dalla struttura dell’azienda. Il trasferimento richiede inoltre un piano per garantire la compliance sia con HMRC sia con le autorità italiane.
Regime IVA nel Regno Unito e soglia di registrazione
Se il fatturato imponibile in UK supera £90.000 nell’arco di 12 mesi, si deve effettuare la registrazione per l’IVA entro 30 giorni dall’evento o dal momento in cui sia prevedibile superare tale soglia. Vuol dire che, se hai un progetto UK o vendite future rilevanti, devi monitorare attentamente la soglia. Rimane possibile iscriversi volontariamente per recuperare l’IVA sugli acquisti, anche se si è sotto soglia.
Costituire una società UK
Per costruire una società in Inghilterra, il costo di registrazione tramite il servizio online di Companies House è molto bassa, con rilascio del certificato di costituzione entro 24 ore. L’alternativa cartacea costa leggermente di più e richiede da 8 a 10 giorni. Attenzione: non includere un costo fisso per la gestione societaria o servizi di registered office, poiché variano in base alla complessità e dimensione aziendale.
Trasferimento della partita IVA
Il trasferimento della partita IVA italiana a quella inglese non è automatico: occorre costituire una ltd, registrarla per l’IVA in UK e cessare (o sospendere) la vecchia posizione italiana in conformità alle normative italiane ed europee. Bisogna coordinare le due autorità fiscali per evitare duplicazioni o mancati adempimenti e rispettare condizioni quali mantenere sede operativa in UK o vendere sul mercato locale.
Difficoltà bancarie
Aprire un conto bancario nel Regno Unito può essere ostico se la società ha una struttura azionaria complessa, con soci non residenti o fiduciari. Le banche sono restie a prestare servizio in questi casi a causa degli obblighi di controllo AML/KYC. Potrebbe essere necessario rivolgersi a fintech specializzate o banche digitali che accettino strutture internazionali.
Passaggi operativi
Per trasferire la partita IVA in UK, la sequenza generale è:
- Aprire una ltd inglese e ottenere incorporazione e Corporation Tax UTR;
- Monitorare il turnover in GBP per valutare la soglia IVA;
- Registrare la ltd alla VAT se necessario;
- Comunicare la chiusura o sospensione della partita IVA italiana per evitare doppie imposizioni;
- Aprire un conto UK con strutture conformi e gestire compliance IVA in entrambi i paesi.
Vantaggi e limiti
Questo trasferimento consente accesso al mercato UK e credibilità internazionale, ma implica una compliance fiscale coordinata tra Regno Unito e Italia, difficoltà operative per strutture complesse e la gestione contabile su due fronti. Inoltre, soglie fisse e costi possono variare a seconda del giro d’affari.
Cosa sapere sulla partita IVA in Inghilterra
Trasferire la partita IVA in Inghilterra richiede un approccio integrato: definire la soglia VAT, costi di costituzione, compliance fiscale e gestione bancaria. La soglia attuale di £90.000 e il costo di costituzione molto basso sono dati certi, mentre la gestione continua deve essere calibrata sulle dimensioni e complessità dell’azienda. Se necessiti assistenza per passare da Italia a UK in modo efficace, affidati professionisti specializzati in entrambe le giurisdizioni come AccountsCo.